Reggio, confermato per domani sciopero di Multiservizi e Leonia. I sindacati: "Chiediamo soprattutto tutela di livelli occupazionali"

conf sindacatidi Benedetta Malara - Sebbene abbia subìto un primo rinvio, si è comunque arrivati alla vigilia dello sciopero annunciato qualche giorno fa dai sindacati: domani, a Reggio Calabria, i lavoratori di Leonia e Multiservizi, due società partecipate e adesso in via di scioglimento, scenderanno in piazza per manifestare contro le incertezze del loro futuro.

La Multiservizi, società che si occupa della manutenzione cittadina, ad oggi, è già ufficialmente in liquidazione, mentre la Leonia, che gestisce la raccolta dei rifiuti, ancora no, ma il loro destino sembra essere comune: per entrambe sono previsti, infatti, una serie di passaggi amministrativi che dovrebbero concludersi con la formazione di due società in house di gestione del Comune.

Prima che ciò avvenga, tuttavia, è necessario – secondo quanto deciso dalla Commissione Straordinaria – affidare a due ditte private, una per ogni società, la gestione dei servizi.

Nel caso della Multiservizi, la società ha operato il preavviso di licenziamento nei confronti dei lavoratori, preavviso che giungerà a scadenza il 15 novembre. Ma la nascita della società in house, come spiega Franco Manunta della Cgil, "prevede una fase transitoria, che è quella del licenziamento dei lavoratori, in lista di mobilità e reinseriti dentro progeti lavorativi e formativi costituiti sulla base di una legge regionale del luglio scorso".

Tutto sembra quindi programmato, ma Manunta accenna a gravi ritardi burocratico amministrativi: "Mi riferisco – spiega – in particolare alla situazione della Multiservizi. Non bisogna scordare che per quanto riguarda la realtà di Multiservizi noi l'accordo lo abbiamo fatto il 28 giugno sorso, abbiamo avuto un periodo di lavoro che se fosse stato più incalzante e solerte forse una serie di equivoci, rimandi forse avremmo potuto ridurre al massimo questa fumosità dei tempi e degli appuntamenti.

"Ci troviamo – aggiunge riferendosi alla procedura di transizione – con qualcosa che ad oggi, nonostante le affermazioni fatte da ultimo dal Prefetto Chiusolo, non hanno ancora la certezza e la concretezza degli atti certi, e mi riferisco anche a quelle che dovrebbero essere le modalità del passaggio dei lavoratori ex Multiservizi nella nuova realtà. Nel caso della Leonia  - continua – avvisiamo la gravità da un lato nella cosiddetta fase transitoria, perché ad oggi ci si dice che dovrà essere di sei mesi, e in un resoconto delle affermazioni fatte nella riunione con la Commissione Straordinaria lo scorso 23 ottobre, è scritto che il passaggio è di sei mesi non rinnovabili. Nonostante la volontà politica di dire sei mesi non rinnovabili, in ogni caso, si ha l'obbligo di mantenere i servizi".

Per la Leonia, invece, non essendo ancora in liquidazione, secondo Manunta "si sarebbe potuto e dovuto mantenere il rapporto. Da marzo – data in cui la Leonia riceve un'interdittiva antimafia (nda) – ad oggi, si sarebbe potuta far nascere una società in house, invece di intervenire con un soggetto esterno".

"La città in questi sei mesi rischia di vivere altri giorni drammatici" afferma Giuseppe Rizzo della Uil, che si scaglia duramente contro l'affidamento – anche se temporaneo – a degli imprenditori privati. "La città – sottolinea – sarà affidata a della gente che farà razzia di quello che è rimasto, mentre almeno la Leonia aveva il tempo di essere sistemata".

Giuseppe Larizza, della Fit-Cisl, ribadisce la fiducia accordata alla Regione, che però si sta dimostrando quasi indifferente rispetto alle scadenze prossime che interessano i lavoratori. "La pretesa minima era un piano – afferma – una programmazione di una serie di interventi che lasciavano intravedere un barlume di luce nell'equilibrio di un sistema. Sappiamo che si sta facendo una legge regionale, e che vuol dire molto, ma abbiamo dei dubbi sulla durata di soli sei mesi dell'affidamento".

La più grande perplessità resta, in ogni caso, quella della tutela dei livelli occupazionali, che i sindacalisti definiscono praticamente impossibile. "I lavoratori vanno salvati tutti – è stato detto in conclusione – e su questo non abbiamo ricevuto alcuna rassicurazione".

Domani, quindi, resta confermato lo svolgimento dello sciopero dei lavoratori, affiancati dai sindacati, in cui – fanno sapere in anteprima – tutti saranno uniti sotto lo slogan "La città urla lavoro e dignità".